Stephen Walsh affronta il settore più pregnante della produzione di Bartók, quello cameristico, individuando i caratteri fondamentali del linguaggio bartoikiano attraverso un'attenta analisi dei quartetti, delle composizioni per violino e pianoforte, della Sonata per due pianoforti e percussione e di Contrasti. In bilico tra traduzione e rinnovamento, tra esperienza tardo-ottocentesche e suggestioni etniche o rumoriste, le opere bartoikiane assurgono a modello per la definizione di un filone importante dell'attività compositiva del primo Novecento.